lunedì 22 gennaio 2018


Roma ...i Templari per la Pace e la Fratellanza



mercoledì 17 gennaio 2018

Napoli: Presso le Suore Bigie Elisabettine a Capodimonte un incontro di beneficenza dei Cavalieri Templari.

(Antonio Castaldo) NAPOLI A Napoli, sabato 13 gennaio, al Tondo di Capodimonte, presso la Congregazione delle Suore Bigie Elisabettine, fondata nel 1862 da San Ludovico da Casoria (1814-1885) si è tenuto un incontro conviviale di beneficenza promosso dal Priorato dell’Ordine “Cavalieri Templari Jacques de Molay” di Napoli, nella condivisione dell’esperienza di preghiera, ricreazione e riflessione sulla vita comunitaria e di servizio caritatevole a favore dei bisognosi. A fare gli onori di casa vi erano Suor Carla Pirozzi, che l’anno scorso ha festeggiato il suo 50° Anniversario di Professione religiosa; Suor Antonina Norcia; Suor Maria Solis, originaria di Panama; e le Suore Aldegonda Fonga e Sofia Minsa, provenienti dall’Indonesia. Gli appartenenti ai Cavalieri Templari, fra cui l’antiquario Giorgio Rodriquez, il presidente AISA, Giovanni Cimmino, il regista, Nando De Maio, erano guidati dal loro Priore, Massimo Maria Civale di San Bernardo. Fra i laici invitati a partecipare vi erano il dott. Vincenzo Cerciello, fisico medico dell’Istituto Tumori “Pascale” e delegato AVIS di Napoli ed il sociologo e giornalista Antonio Castaldo. Quest’anno ricade il 900esimo anniversario della fondazione dei Cavalieri Templari avvenuta a Gerusalemme ad opera di nove cavalieri guidati da Hughes de Payns e Godefroy de Saint Omer. È nel 1127 che iniziano ad espandersi oltre la Terra Santa quando Hughes de Payns ed altri 5 monaci cavalieri giunge in Occidente per recapitare un messaggio a Papa Onorio II e a Bernardo di Chiaravalle.
Jacques de Molay (1243-1314) è stato l’ultimo di 23 Maestri dell’Ordine dei Cavalieri Templari. Nel 1308 Filippo IV di Francia (1268-1314), detto il Bello, mentre era Papa Clemente V, sopprime definitivamente l’Ordine dei Templari del quale era gran debitore. E’ nell’anno 1295, durante il Concilio di elezione di Celestino V, che Jacques de Molay giunge a Napoli, dove risiede al Maschio Angioino, fa visita all’Ospedale Crociato di Sant’Eligio, al castello Templare di Cicciano e alle Commende di Capua e Maddaloni. Nella storia dell’Agro Nolano, oltre a quella di Cicciano, risultano esserci state Commende a Marigliano, Somma Vesuviana e Nola.
Il luogo dell’incontro conviviale è avvenuto nel contesto storico ed architettonico creato da Ferdinando I di Borbone (1751-1825), in origine scuderia della Reggia di Capodimonte e trasformata in due ospizi e una chiesetta, da Maria Cristina di Savoia (1812-1836), la “Reginella Santa” come veniva chiamata dai napoletani, morta di parto nel dare alla luce Francesco II (1836-1894) , ultimo re delle Due Sicilie. Francesco II conosce e favorisce Padre Ludovico da Casoria, al secolo Arcangelo Palmentieri (1814-1885) ed a riguardo delle risultanze di questo rapporto il sociologo Antonio Castaldo ha ricevuto la presente memoria da Suor Carla Pirozzi: «Padre Ludovico ottiene l’uso degli spazi presso il Tondo di Capodimonte dopo sua istanza a Francesco II, dove allestisce botteghe di falegnameria, tipografia e di altri mestieri per formare ragazzi recuperati dalla strada. Gli orfani, “accattoncelli” e “morette” abbandonate, vengono destinati, i maschi a S. Pietro ad Aram e alla Palma, le femmine a Casoria. Il francescano nel 1857 parte per la Terra Santa e al ritorno a Napoli porta con sé alcune pietre ed una pianta di ulivo del Getsemani che colloca alla Palma. A Napoli riproduce, con statue a misura d’uomo, la Grotta di Betlemme, a sinistra della rotonda, e il Calvario a destra. E poi Gesù nell’Orto, Flagellato, in Croce, Deposto dalla Croce e nel Sepolcro». Il Priore, M. M. Civale di San Bernardo, sul saluto conclusivo ha indicato nella «fratellanza la forza di noi Templari, così come per le consorelle qui presenti. Ricordo gli appuntamenti di Roma, il 3 febbraio per la Cerimonia della Vestizione, quello di Bisceglie il 17 febbraio, di Parigi il 18 marzo per commemorare Jacques de Molay e l’incontro internazionale in Messico del 21 aprile” I Cavalieri Templari hanno quindi pronunciato all’unisono il loro motto: “Non nobis Domine, non nobis, sed nomini tuo da gloriam-Non a noi, o Signore, non a noi, ma al tuo nome dà gloria”».
L'immagine può contenere: 11 persone, persone che sorridono, persone in piediL'immagine può contenere: 6 persone, persone che sorridono, persone sedute, tabella e spazio al chiusoL'immagine può contenere: 2 persone, persone sedute, persone in piedi, spazio al chiuso e ciboL'immagine può contenere: una o più persone, persone sedute, tabella, spazio al chiuso e ciboL'immagine può contenere: 1 persona, persona seduta, sta mangiando, tabella, spazio al chiuso e ciboL'immagine può contenere: 2 persone, persone sedute, cibo e spazio al chiusoL'immagine può contenere: 3 persone, spazio al chiuso e ciboL'immagine può contenere: 1 persona, persona seduta, tabella, spazio al chiuso e ciboL'immagine può contenere: 2 persone, persone in piediL'immagine può contenere: 4 persone, persone che sorridono, persone in piedi, tabella e spazio al chiusoL'immagine può contenere: 5 persone, persone che sorridono, persone in piedi e spazio al chiuso

venerdì 5 gennaio 2018

San Ludovico da Casoria e Re Francesco II di Borbone due Napoletani nati per la Pace

San Ludovico da Casoria e Re Francesco II di Borbone
due Napoletani nati per la Pace

Il 2018 è l’anno in cui ricorre il 70° anniversario della pubblicazione della Dichiarazione Mondiale dei diritti dell’uomo, documento che resta una vera e propria pietra miliare per quanti s’impegnano nella costruzione di un mondo più giusto e migliore.
Nella cornice di questa importante ricorrenza si è svolta a Napoli, presso l’istituto delle Suore Francescane Elisabettine di Capodimonte, una manifestazione celebrativa con la quale si è fatta memoria di due uomini che, a loro tempo, si sono particolarmente impegnati e prodigati per il diritto alla libertà personale: san Ludovico da Casoria e Re Francesco II di Borbone.
L’iniziativa è stata promossa dalla Delegazione Napoletana della Fondazione Francesco II di Borbone e dal Gran Priorato Internazionale dei Poveri Cavalieri di Cristo “Cavalieri Templari Cristiani”, con l’alto patrocinio morale dei Club Unesco di Napoli e di Bisceglie, e ha visto come protagonisti i ragazzi del “Piccolo Coro Maria SS.ma del Carmine” di Conversano (BA), che hanno allietato la serata non solo animando la celebrazione religiosa ma offrendo ai presenti il loro “Concerto per la Pace”.
La manifestazione, dopo i saluti delle autorità convenute (di don Luciano Rotolo della Fond. Francesco II, del G.M. Massimo Maria Civale dei Poveri Cavalieri di Cristo, del dott. Ferdinando Danese del Club Unesco di Napoli, della dott. Rosanna Rivas ambasciatrice di pace della Universum Academy Switzerland e del Sindaco di Sirignano dr. Raffaele Colucci) ha preso l’avvio dalla “Grotta di Betlemme”, realizzata da san Ludovico, con una “fiaccolata per la pace” che ha raggiunto l’istituto delle Suore Francescane, dove è stata celebrata una S. Messa. Durante l’omelia il celebrante ha voluto ricordare l’impegno profuso da san Ludovico da Casoria che, con il decisivo e sentito sostegno della Casa Reale Borbone Due Sicilie, attivò una rete di aiuto nei confronti dei tanti bambini africani venduti come schiavi sui mercati egiziani. Il santo napoletano faceva acquistare questi bambini e li portava a Napoli dove, insieme alla libertà, ricevevano istruzione e futuro.
Per realizzare questa opera si rivelò insostituibile il ruolo dei sovrani napoletani (di Ferdinando II che acquistò la casa di Capodimonte per far alloggiare i bambini liberati e poi di Francesco II che continuò a inviare cospicui aiuti economici per sostenerne le spese), delle suore Stimmatine e poi, dal 1862, delle Francescane Elisabettine che s’impegnarono a fare da mamme per questi piccoli che erano passati attraverso i terribili traumi della schiavitù.
I Reali borbonici erano così convinti della necessità di garantire il diritto alla libertà individuale che vollero, in modo assolutamente rivoluzionario, arrivare ad adottare due ragazzi africani schiavi, che così entrarono a far parte della famiglia reale al punto da seguirla anche nell’esilio.
Questa la storia di ieri che anticipò, in un’epoca in cui molti ritenevano la schiavitù come una condizione “normale”, uno di quei diritti fondamentali che saranno poi sanciti dalla Carta del 1948.
Questa manifestazione vissuta a Napoli, invece, ha voluto essere un segno per l’oggi; un fermo richiamo alla condanna di ogni forma di schiavitù e, soprattutto, di quelle forme di violenza e di sfruttamento che, purtroppo, ancora oggi vedono come protagonisti tanti bambini e tante bambine del mondo.
E tutto questo è stato espresso con l’innocenza e la voce dei piccoli cantori del coro di Conversano che ha fatto vibrare i cuori di quanti, numerosi, sono intervenuti.
Don Luciano Rotolo
L'immagine può contenere: 2 persone, persone in piedi e spazio al chiusoL'immagine può contenere: 6 persone, persone in piediL'immagine può contenere: 4 persone, persone in piediL'immagine può contenere: 7 persone, persone in piediL'immagine può contenere: 7 persone, persone che sorridono, persone in piedi
L'immagine può contenere: 5 persone, persone in piedi e spazio al chiusoL'immagine può contenere: una o più persone e persone in piediL'immagine può contenere: 13 persone, persone sedute e spazio al chiusoL'immagine può contenere: 2 personeL'immagine può contenere: 3 persone, persone in piedi
L'immagine può contenere: 3 persone, persone in piedi

L'immagine può contenere: 3 persone, persone in piedi e spazio al chiuso